Affile: il grazioso borgo da ‘bere’ e respirare

Affile, caratteristico centro del Lazio, è noto per essere la patria del vino Cesanese e per essere stato il luogo dove, storicamente, San Benedetto da Norcia ha compiuto il suo primo miracolo. 

Affile
Via della Torre – © Francesco Frigida

Affile, borgo della città metropolitana di Roma Capitale, sorge a 684 metri sul livello del mare a cavallo fra la catena dei Monti Affilani e le estreme propaggini occidentali dei Monti Ernici. L’abitato conta circa 1500  abitanti, detti “affilani”.

Storia

Sul significato del nome sono stati fatti numerosi  studi ma non si è mai arrivati ad una conclusione certa. Nel corso dei secoli, come si può ben leggere dai documenti storici, si è chiamato in vari modi: Eufeide, Effide, Aphile e Afile Castrum.

La prima popolazione che si stanziò qui fu probabilmente quella degli Equi che, per lungo tempo, difese questa terra dall’espansione di Roma.

Sotto l’impero romano, Affile, doveva essere un centro ricco e fiorente; i resti archeologici e le fonti storiche ci dicono che aveva un anfiteatro, una zona termale e un arco di trionfo.

In epoca alto medioevale, in questo territorio, esisteva una diocesi chiamata Ferentinello, che poi, intorno al XII secolo, venne soppressa e incorporata a quella di Tivoli.

Il personaggio di maggior spicco dell’età di mezzo fu Ildemondo (probabilmente discendete dai conti del Tuscolo), che iniziò il processo di fortificazione del paese; avevi fra i suoi possedimenti anche Ponza (Arcinazzo Romano), Jenne, Collealto (oggi paese fantasma) e fece costruire per il controllo delle sue terre il castello di Monte Altuino (oggi ne restano pochissimi ruderi). L’abate sublacense Giovanni V, preoccupato della forte espansione di tale signorotto, anche ai danni delle sue terre, chiese aiuto a Papa Pasquale II che, il il 23 Agosto 1109, con il suo esercito attaccò le mura affilane e arrestò Ildemondo (a Ponza, dove il nobile si era rifugiato). Tutti i paesi tornarono sotto il potere di Giovanni V e il nobile  fu degradato a vassallo dell’abbazia.

La famiglia di Ildemondo, comunque, ebbe sempre un ruolo importante nelle vicende della zona e non solo, basti pensare che Papa Alessandro IV (1199 – 1261) fu proprio un suo discendente. Affile prese anche parte alla distruzione del piccolo e vicino castello di Roccasecca nel 1436 (CLICCA QUI PER LEGGERE LA STORIA DI QUESTO ANTICO BORGO).

Questa terra, nei secoli successivi, appartenne a illustri famiglie come gli Altieri, i Braschi e i Colonna.

Quando a Roma per un breve tempo si era proclamata la repubblica, il 22 aprile 1849, il generale Giuseppe Garibaldi, proveniente da Subiaco con oltre 1200 volontari, passò per il bivio di Affile diretto ad Anagni. Gli affilani, con a capo la magistratura e il priore del comune Graziani Benedetto, si fecero incontro allo storico personaggio; Gaetano Mari, buon oratore, pronunciò belle parole a nome dei cittadini, poi offrì al generale un bicchiere del prelibato Cesanese.

Affile
Porta Santa Croce – © Francesco Frigida

Cosa Vedere

Dell’epoca romana, il monumento meglio conservato è senza dubbio una grande cisterna che si trova nei pressi della scuola del paese;  è ancora possibile vedere, di tale periodo, anche lapidi, cippi e blocchi marmorei.

Dell’età medioevale sono ancora esistenti, anche se alcune poco riconoscibili, le sette torri difensive. Ben conservate invece sono la “Porticella”, fra le prime porte di accesso al castrum e Porta Santa Croce (comunemente chiamata Porta della Valle).

Fra i luoghi sacri da non perdere: la chiesa di Santa Maria, forse la vera perla del paese, che con i suoi incantevoli interni vi lascerà a bocca aperta; la chiesa di Santa Felicita Martire, con il suo bellissimo campanile, costruita nella metà del XIV secolo, oggi è la chiesa parrocchiale; la chiesa di San Pietro, menzionata già dal VI secolo (fra i primi luoghi di culto cristiani di tutta la Valle dell’Aniene), al suo interno conserva affreschi del XV che ritraggono il primo miracolo di San Benedetto da Norcia. Proprio nelle vicinanze della chiesa dedicata all’apostolo Pietro, il patrono d’Europa nel 494 d.C. ha compiuto, per intercessione divina, il suo primo prodigio (aveva 17 anni).

La tradizione storica vuole che il miracolo sia andato così: Cirilla, la sua nutrice (probabilmente di origini affilane), si fece prestare un vaglio da un abitante del luogo ma cadendo a terra si ruppe in due pezzi; la donna disperata, non sapeva come poter aggiustare quell’oggetto per poterlo riconsegnare intatto; San Benedetto lo prese e andò a pregare solitario e successivamente l’attrezzo, durante l’orazione, si riattaccò miracolosamente.

Affreschi chiesa di San Pietro
Affreschi Chiesa di San Pietro – XV secolo – © Francesco Frigida

Nella piazza San Sebastiano troviamo la piccola chiesetta dei Santi Rocco e Sebastiano, un tempo era ricovero per viandanti e pellegrini.

Merita una menzione particolare la piccola cappella della Madonna del Giglio a cui gli abitanti sono molto legati: qui nell’Agosto 1759 è accaduto un vero miracolo! Una serie di forti scosse di terremoto colpivano la zona e gli abitanti, disperati, andarono a pregare davanti l’immagine della Madre di Dio. C’erano dei gigli appassiti dinanzi la figura sacra che, dopo la supplica degli affilani, fiorirono nuovamente; gli eventi sismici cessarono e inoltre, una giovane ragazza, venne guarita da un problema fisico che aveva fin dalla nascita (esistono documenti storici attendibili)

Prodotti Tipici

Il piccolo comune è la patria del vitigno autoctono Cesanese di Affile, varietà pregiata del Cesanese, uva tipica laziale a bacca rossa; vino prodotto e molto amato già dall’epoca romana e famoso in tutto il mondo.

Altri prodotti tipici sono l’olio di oliva, le ciambelline al vino, il salame del re e il fallone (particolare pane dove l’ingrediente principale è la farina gialla del gran turco, solitamente viene farcito con salsicce e verdure).

Natura

Il paese si trova ai piedi della catena dei Monti Affilani, montagne preappenniniche (oggi tornante in gran parte ad essere selvagge) che toccano i 1300 metri di quota e custodiscono numerose varietà di flora e fauna selvatica; merita una menzione la Grotta (o traforo) del Pertuso che è stata usata come set per la serie Romulus.

Il territorio comunale è attraversato dal Cammino di San Tommaso, un itinerario spirituale-naturalistico di 300 km che unisce Roma ad Ortona (luogo in cui sono custodite le spoglie dell’Apostolo).

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